Inaugurazione del Museo del Duomo “Paradiso”

Domenica 16 dicembre – ore 10.30 inaugurazione del Museo del Duomo “Paradiso” alla presenza di numerose Autorità civili e militari e dell’intera comunità parrocchiale e territoriale. – dalle ore 15.30 alle ore 17.00 visite gratuite guidate per tutti.

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Articolo tratto da “La Difesa del Popolo” del 

La ricchezza artistica di Piove di Sacco è tra le meno conosciute del territorio diocesano
Ne è ulteriore conferma il patrimonio di dipinti del duomo di San Martino, che a breve potrebbe trovare valorizzazione in un museo da tempo atteso e che potrebbe fare da traino per tutta l’area innescando un circolo “virtuoso”. 
«Sono anni che si parla del Museo del Duomo – spiega l’arciprete, mons. Gino Temporin – e abbiamo tante opere d’arte che vi troverebbero una degna collocazione con la possibilità di essere viste e ammirate. Difficoltà di vario genere hanno impedito e ritardato la realizzazione dell’opera. Ora sarebbe tutto pronto e ci sono anche, in buona parte, i finanziamenti necessari. Io sono fiducioso che per la prossima estate si possa finalmente aprire il museo».

Restauri, pubblicazioni e…riscoperte
In previsione di questo atteso evento, l’associazione Amici del Gradenigo sta affiancando la parrocchia e si è fatta carico, con risorse proprie, di alcuni restauri di opere che attendono ora solo di essere tolte dalle soffitte e messe in mostra. E a breve darà alle stampe una pubblicazione sulla storia del duomo curata con la collaborazione dell’Università di Padova. 
«La nostra associazione esiste da vent’anni – spiega il presidente, Mario Miotto – ed era nata per il recupero di villa Gradenigo. Da quando la villa è stata messa in sicurezza ci stiamo occupando anche di altro e, visto che gran parte del patrimonio artistico piovese si trova nel duomo, abbiamo deciso di affiancare la parrocchia». 
Un affiancamento che sta dando i suoi frutti: è anche grazie agli Amici del Gradenigo se, un anno fa, assieme all’arciprete, si è deciso di dare un’occhiata a cosa si trovava in tre repositori, togliendo le lastre che li chiudevano in altrettanti altari della zona vicino al presbiterio. Ne è emerso un vero tesoro composto da ben 18 reliquiari di non si aveva più memoria, splendide opere del Sei e Settecento in legno dorato e vetro soffiato di Murano, ognuna con la propria reliquia e il nome del santo cui appartiene. Danneggiate da polvere, umidità e tarli, necessitavano di un urgente restauro. 
«Quando ho fatto aprire quei pannelli chiusi a chiave – racconta mons. Temporin – non pensavo che avrei trovato qualcosa di importante. È stato un momento davvero emozionante quando abbiamo visto quei reliquiari. Qualche anziano mi ha poi detto che si ricordava quando venivano esposti diversi anni fa. Penso che, una volta restaurati e collocati al loro posto, verranno esposti in alcune feste particolari». 
«I prime sei reliquiari, ottenute le dovute autorizzazioni, sono già stati messi nelle mani dei restauratori – sottolinea Miotto – mentre per gli altri dodici dobbiamo attendere di recuperare le risorse».

Opere da restaurare ve ne sono altre, di grande pregio o alto valore storico, benché spesso senza paternità, come la tela che rappresenta il consiglio della collegiata di Piove di Sacco, unico dei pochi documenti rimasti di questa istituzione. 
A gennaio, invece, è stata riconsegnata dai restauratori la tela del Riposo durante la fuga in Egitto, restaurata a cura dell’associazione. Si tratta di un dipinto di scuola bassanesca databile alla metà del Cinquecento e di fattura decisamente buona. Un’altra opera restaurata di recente è l’Ecce homo, anch’essa di metà Cinquecento e copia di opera dei Da Bassano, che fa parte del ciclo della Passione proveniente dalla scuola del Crocefisso: un ciclo cui appartengono almeno sei dipinti, in parte oggi al duomo e in parte nella sede originaria. 
Potrebbe poi essere reso alla pubblica fruizione, se venisse aperto il museo, l’enorme telero della Processione del Corpus Domini, restaurato a spese dello Stato oltre una decina di anni fa e che trae valore anche dal fatto di rappresentare Piove di Sacco così com’era agli inizi del Seicento. Altra opera da citare è una bella Adorazione dei pastori cinquecentesca, restaurata qualche anno fa dalla parrocchia. 
«In chiesa – conclude mons. Temporin – c’è anche un bellissimo organo, proveniente in parte dalla basilica del Santo, che avrebbe urgente necessità di restauro. Spesso i fedeli mi dicono che anche il duomo, così ricco di storia e di arte, dovrebbe essere pulito e tinteggiato. Speriamo, un po’ alla volta, di poter realizzare questi desideri».