Ciò che è capitato in Piazza Sant’Anna: Violenza che non è accettabile!

Ciò che è capitato in piazza mercoledì sera non è stato tanto differente da ciò che capita ogni sera: ragazzi che si ritrovano, adolescenti che non riescono a capire dove si trova il confine tra divertirsi e il mancare di rispetto alle persone. Adolescenti che forse solamente nel mancare di rispetto alle persone e alle cose trovano un momento di considerazione. Adolescenti che cercano non il confronto ma lo scontro, per sentirsi vivi, importanti… solo che mercoledì sera l’epilogo è stato di una violenza inaspettata e gratuita.

Violenza che non è accettabile!

Rifiutiamo la violenza come modo di esprimere le nostre ragioni e allo stesso tempo rifiutiamo che la violenza sia il linguaggio della nostra piazza!

Poi giovedì sera la Piazza è stata gremita da tanti di noi accompagnati dalle parole di Emanuele, figlio di Gianni:

La piazza… stiamo dando prova di essere una comunità che risponde, come al tam tam, per ritrovarsi stasera.

La piazza è un luogo di confronto, di discussione, di allegria, di ritrovo, di festa. Purtroppo non va sempre così, ieri sera non è andata così. Nei nostri cuori trovano posto tante emozioni mescolate assieme.

Ecco, sono sicuro che se Gianni fosse qui sarebbe d’accordo nel dire che la piazza è il luogo delle domande, non delle risposte. Non è dalla piazza che si fa giustizia. Da qui si chiede giustizia. Siamo in un luogo intitolato a una persona che ha testimoniato in prima persona l’impegno per ottenere giustizia. La chiediamo, ma non la facciamo in prima persona. Mio papà è un uomo pubblico, lo conoscete tutti. Ha fatto, per lavoro, molti anni di servizio pubblico, è uomo che crede nelle istituzioni. E quindi a ciascuno il proprio ruolo…”

A ciascuno il proprio ruolo: quanto è successo non ci chiede facili capri espiatori ma chiede che ciascuno riscopra il proprio ruolo per  costruire senso di cittadinanza e, se possibile, comunità!